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Channel: sperimentazione – Zanichelli Aula Scienze
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La UCLA e la green scare

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cover_natureNon è un argomento facile, ma la UCLA, l’università di Los Angeles, ha riunito intorno a un tavolo sostenitori della sperimentazione animale e antivivisezionisti. Un dibattito che arriva dopo anni di scontri: la UCLA è stato teatro di attacchi anche violenti contro i suoi ricercatori che fanno sperimentazione su animali da laboratorio, ma anche di manifestazioni e cortei pro-ricerca sugli animali. Stiamo parlando di un problema molto sentito e di grande portata. Nel mondo ogni anno vengono sacrificati alcune centinaia di milioni di animali (un milione solo in Italia) per testare farmaci, ma anche cosmetici e altre sostanze chimiche.

L’incontro della UCLA era organizzato in collaborazione dal gruppo UCLA Pro-Test for Science che nei mesi scorsi ha manifestato in strada con cartelli e slogan, e da Bruins for Animals, un’associazione della UCLA che si occupa di diritti degli animali. Tuttavia non ha riunito attivisti ma scienziati e filosofi. Tra i presenti Janet Stemwedel, una filosofa che supporta la ricerca sugli animali ma a patto che ci assumiamo responsabilità "più forti" riguardo al modo in cui gli scienziati conducono gli esperimenti o alla reale necessità della sperimentazione caso per caso.

Oppure Niall Shanks, professore di filosofia della scienza e vice-presidente dell’associazione "Americans for Medical Advancement", che sostiene che gli studi di tossicologia fatti sugli animali spesso non diano risposte utili per capire li pro e i contro di un nuovo farmaco negli esseri umani. David Jentsch, il neuroscienziato fondatore di UCLA Pro-Test for Science, ha sottolineato come gli scienziati per molto tempo non hanno risposto alla domanda della società di avere diritto di parola sulla sperimentazione animale. Ma ora "avevamo davvero la sensazione che i tempi fossero maturi".

La pensava allo stesso modo Nature, che qualche anno fa aveva dedicato una storica copertina e un editoriale che titolava "Green scare" (paura verde) alla necessità di dialogo tra la scienza e gli attivisti antivivisezione, anche quelli più "cattivi" come Animal Liberation Front. Gli organizzatori, che dicono che in futuro ci saranno altre occasioni di confronto, forse un po’ ottimisti sostengono che "nessuno perde se c’è il dialogo", dato che nella settimana precedente il meeting, gli animalisti più radicali hanno continuato a manifestare contro la UCLA.


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